giovedì 26 novembre 2009

I baby calciatori: basta con i genitori ultrà.



«Cartellino rosso» a genitori esagitati, convinti che il loro pargolo, anni 8, sia senza ombra di dubbio l'erede di Kaldl e che se questo non accade è colpa solo dell'arbitro cornuto o dell'allenatore incapace. Marco Caccianiga, responsabile della scuola calcio del Varese, ha fatto affiggere fuori del campo di allenamento un cartello che invita papà e mamme che seguono le partite dei figli ad astenersi da insulti, urla scomposte e scene di isteria verso avversari, arbitro o peggio verso i loro figli. «Lasciateci giocare» è la frase con cui si apre il messaggio teso a contrastare la «sindrome da campioni», che secondo l'università della Bicocca tormenta 14 mila bambini italiani assillati dai genitori. «Ho deciso di mettere quel cartello ­racconta Caccianiga - dopo aver visto più volte bambini terrorizzati al momento di scendere in campo perché avevano paura del giudizio di mamma e papà che li stavano guardando. Il nostro campo di calcio, è bene ricordarlo, è un luogo dove prima di tutto si viene per divertimento». Il mister dei baby calciatori del Varese, 210 ragazzini tra i 6 e i 9 anni, si dice allibito dalle frasi che a volte sente dalla panchina: «"Parti nello spazio!", "L'esterno sia più basso!" oppure "Picchia!". Ma come si fa a dire certe cose a dei bambini? Qui insegniamo invece che si gioca non "contro" gli . avversari, ma "con" gli avversari». Quest'anno il Varese festeggerà i suoi 100 anni di storia. «Questa maglia - conclude Caccianiga - è stata vestita da campioni del mondo e da giocatori mediocri. Tutti però portano un ricordo bello del periodo trascorso qui. Noi vogliamo che quella tradizione continui».
Claudio Del Frate 
(Corriere della sera del 18/11/2009)

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